1977, Cowes, Isola di Wight, Inghilterra. Moby Dick, 42 piedi, della famiglia Bortolotti, arriva seconda alla Channel Race. A bordo solo italiani, non superano i 30 anni. È un grande risultato, a dir poco. È l’Admiral’s Cup, il Campionato del Mondo a Squadre… Arriverà 17° su 57, le 57 migliori al mondo, in rappresentanza di ben 19 nazioni.
Costruita dal cantiere di Peppino Gallinari ad Anzio, è un piccolo capolavoro in lamellare, realizzato con quattro strati incrociati e incollati a 45° di legno di Okumè da 6 millimetri, all’epoca, il più leggero in circolazione. Sarà una costruzione così perfetta da battere, per leggerezza e rigidità, quelle in alluminio.
La firma, invece, è del mago statunitense, Doug Peterson, già noto per il suo mirabolante Ganbare e che, con Moby Dick ,si esprime al suo meglio, dando vita ad un Two Tonner a regola d’arte, uno dei suoi migliori disegni.
Oggi, Moby Dick vive una nuova vita, tornata ai fasti del passato e nelle mani di famiglia. L’armatore è Lorenzo Bortolotti che dagli anni ’70 frequenta i campi di regata nostrani e non, oltre a qualche fuga in campagna di Coppa America. È lui che ha recuperato Moby Dick, scafo di famiglia, restituendole il rilievo che merita e gli antichi splendori dopo averla venduta ben 40 anni prima…